di Paola Cannizzaro
Autoproduzione 2019
Fin da piccola sono stata attratta dall’idea del viaggio, dal desiderio di andare per conoscere luoghi e persone differenti, guidata dall’intuizione che lo straniero fosse un’opportunità per divenire altro migliore da me.
Fin da piccola ho viaggiato con la fantasia, programmando, nella caldissima controra siciliana, meravigliosi viaggi improbabili a cavallo di aquiloni e strane e pericolosissime macchine, costruite con l’aiuto dei miei cugini e spesso a discapito della mia amata sorella Lavinia, che da subito è stata designata a verificarne la funzionalità, rischiando più volte la vita. Per nostra fortuna, l’energia dell’universo ci ha protette e Lavinia è sopravvissuta agli impegnativi anni della nostra infanzia.
Fin da piccola ho inventato storie su mondi lontani e su avventure che in quei luoghi avrei potuto vivere, confondendo per molto tempo la realtà con il mio avvincente e personalissimo mondo dei sogni.
Ben presto, però, è arrivato nella mia vita e non a caso il teatro che, se da una parte mi ha permesso di vivere innumerevoli e fantastiche vite, dall’altra ha richiesto in pagamento molto tempo passato in spazi chiusi a ideare messe in scena con un regime di vita molto parco e con economie ristrette.
Così, mentre intorno le mie sorelle, i miei familiari tutti e i miei amici più cari viaggiavano in lungo e in largo per questo nostro immenso e meraviglioso mondo, io, nel chiuso di spazi polverosi, freddi, scomodi e bui procedevo nel produrre spettacoli che in qualche modo tentavano di rappresentare i miei viaggi fantastici.
Poi è arrivato Michele, poi il Teatro Telaio e insieme, un giorno dopo l’altro, il viaggiare attraverso la pratica del teatro e il viaggiare nello spazio e nel tempo, da un luogo all’altro, hanno cominciato a dialogare e a divenire tutt’uno. Un festival all’estero dopo l’altro il viaggiare è entrato felicemente nelle nostre vite rafforzando il senso del nostro fare teatro e donandoci l’occasione di conoscere il mondo, incontrandolo.
Qualche tempo prima della partenza per la tournée in Cina mi è saltato in mente di provare a scriverne un diario, di provare a mettere in parole tutto quello che mi sarebbe avvenuto di vivere, tutto quello che sarebbe stato in grado di raggiungermi o meglio tutto quello che io avrei permesso di lasciare entrare nell’intimità del mio essere.
Che viaggio sarei stata disposta a vivere? In che modo avrei dovuto imparare a respirare per accogliere il nuovo?
Quanto di me avrei dovuto lasciare andare per creare lo spazio sufficiente ad accogliere ciò che non conoscevo?
Quello che leggerete di seguito è il mio tentativo di rispondere a queste domande.
Buon viaggio a voi
Paola Cannizzaro
Brescia, 2 giugno 2019